“La Jugoslavia e la questione di Trieste, 1945-1954” di Federico Tenca Montini, edito da il Mulino (Bologna 2020), affronta da una prospettiva nuova quello che è stato uno dei focolai di tensione tra il blocco occidentale e il blocco comunista dopo il secondo conflitto mondiale.
Quali sono stati gli obiettivi della diplomazia jugoslava nella gestione della questione di Trieste, decennale disputa territoriale che ha costituito una delle principali controversie di politica estera europea nel secondo dopoguerra?
In dialogo con lo storico Jože Pirjevec, l'autore presenterà il suo volume, frutto di approfondite ricerche nei principali archivi dell’ex Jugoslavia.
Il lavoro, che oltre all’ampia mole di documenti inediti si giova di una ricca bibliografia in italiano, croato, serbo, sloveno, inglese e francese, si sviluppa in tre capitoli che prendono le mosse dai momenti di principale discontinuità della storia jugoslava nel periodo di riferimento: la liberazione di Trieste nel maggio 1945, l’espulsione dal Cominform nel 1948 e l’emanazione, l’8 ottobre 1953, della Nota bipartita, la decisione angloamericana di sciogliere il Territorio Libero di Trieste ripartendo le due Zone di cui era composto tra Roma e Belgrado.
La conoscenza approfondita delle lingue croata e slovena ha permesso a Tenca Montini di fornire la prima ricostruzione organica delle azioni che la diplomazia jugoslava ha messo in atto per l’intera durata della questione di Trieste.
Lo studio è la rielaborazione della tesi di dottorato dell’Autore, realizzata in regime di doppio dottorato tra le università di Teramo e di Zagabria. Essa è frutto di una ricerca pluriennale svolta nei principali archivi ex Jugoslavi: l’archivio di Tito, l’archivio del Ministero degli esteri jugoslavo e l’archivio militare a Belgrado, l’Archivio nazionale croato a Zagabria e l’archivio della Repubblica di Slovenia a Lubiana.
Il libro è promosso dall'Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione e si giova del sostegno della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, del contributo dell'Istituto sloveno di ricerche Slori e della Facoltà di filosofia dell'Università di Zagabria, e del patrocinio del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell'Università degli Studi di Udine.
Il saggio, tra gli altri aspetti presi in esame, apporta nuovi elementi sulle conseguenze generali e locali del conflitto tra Tito e Stalin nel 1948, sottolinea che le autorità jugoslave volevano effettivamente procedere all’attivazione del Territorio libero di Trieste (TLT) nel periodo 1952-1953. E inoltre rivela che Belgrado era al corrente in anticipo degli incidenti triestini nel novembre 1953, che provocarono 6 morti e un centinaio di feriti e che, qualora in quell’occasione le truppe italiane avessero fatto il proprio ingresso nella Zona A (Operazione Delta), la Jugoslavia avrebbe risposto allo stesso modo.